In sintesi
- 💰 Gli allenatori di calcio possono guadagnare cifre astronomiche, con stipendi che superano i 20 milioni di euro all’anno per i top coach.
- 🏆 Il successo di un allenatore è spesso misurato dai trofei vinti, che possono portare a bonus milionari, rendendo i tecnici vincenti particolarmente preziosi.
- 🎓 Il percorso per diventare allenatore può variare, con alcuni che emergono grazie a capacità innate e leadership emotiva, oltre alla formazione ufficiale.
- ⚠️ Nonostante gli alti stipendi, il ruolo è caratterizzato da stress elevato e precarietà, con frequenti cambi di allenatore e pressioni costanti.
Quando pensiamo al mondo del calcio, immaginiamo stelle lucenti che corrono sui campi da gioco e infiammano le folle con prodezze mozzafiato. Tuttavia, nei meandri di questo paradisiaco universo sportivo, si muove una figura altrettanto cruciale ma spesso trascurata: l’allenatore. Costui non indossa la divisa da gioco, ma veste i panni di un generale, orchestrando tattiche e strategie che influenzano le fortune delle squadre. Ma quanto guadagna davvero l’orchestratore di una squadra di calcio? E, sorprendentemente, quali sono le vie che conducono a questo mestiere apparentemente dorato?
Guadagni stellari: il vero valore di un allenatore
Nel calcio moderno, gli stipendî degli allenatori possono assumere cifre sorprendenti, che farebbero invidia a molti top manager d’industria. I numeri sono vertiginosi: secondo una ricerca di Forbes, gli allenatori delle squadre di vertice europeo possono superare agevolmente i 20 milioni di euro all’anno. Un esempio lampante è Pep Guardiola, a cui il Manchester City riconosce uno stipendio di 27 milioni di euro. Non molto da meno è José Mourinho, il cui compenso al Tottenham ha oscillato intorno ai 17,5 milioni di euro annuali.
Queste somme, tuttavia, non sono la norma. La media degli stipendi degli allenatori di club meno blasonati o di campionati minori è ben inferiore. In Serie A, la prima divisione italiana, l’allenatore medio guadagna tra i 500mila e i 2 milioni di euro l’anno. Tuttavia, anche queste cifre possono sembrare fuori misura rispetto alla realtà lavorativa comune.
L’importanza di vincere: il coefficiente di successo
Il peso del guadagno di un allenatore, però, è spesso legato a un fattore imprescindibile: il successo. Le cifre possono infatti lievitare esponenzialmente se il tecnico riesce a portare la squadra a vincere trofei importanti. Così, quei premi spesso consistono in bonus milionari che si aggiungono agli stipendi base. Vale la pena considerare come, secondo uno studio del 2021 del CIES Football Observatory, solo il 20% delle squadre di calcio europee riesca a vincere un trofeo in una stagione. In questo scenario, un allenatore vincente diventa una merce rara e quindi ancor più preziosa.
Da dilettante a professionista: il sorprendente percorso formativo
Se pensiamo che il mondo del calcio professionistico sia appannaggio esclusivo dei talenti formati in accademie e corsi costosi, possiamo rimanere sorpresi. Mentre esistono percorsi formativi solidi per allenatori nelle scuole calcio e nei corsi UEFA di vario livello, non è raro incontrare casi di allenatori giunti al vertice con strade alternative. Zinedine Zidane è un caso emblematico: nonostante avesse intrapreso la formula tradizionale del patentino, la sua scalata al successo è avvenuta senza particolari corsi aggiuntivi.
Non mancano gli esempi di allenatori che hanno iniziato a guidare squadre a livelli professionistici esclusivamente per il riconoscimento delle loro capacità innate e del valore empatico nei confronti degli atleti. Come riportato da uno studio sociologico della German Sports University di Colonia, la leadership emotiva è ritenuta fondamentale nel complesso ruolo dell’allenatore, spesso stimata più di una certificazione accademica. Tuttavia, negli ultimi anni, la richiesta di una formazione ufficiale sta crescendo, soprattutto per accedere alle panchine più prestigiose.
L’inatteso lato B: precarietà e stress
Nonostante gli stipendi principeschi, l’esistenza di un allenatore è ben lontana dall’essere tranquilla. Lo stress e la pressione perenne per ottenere risultati sono costanti che non tutti riescono a sopportare. Secondo un articolo del Journal of Sport Psychology, il 70% degli allenatori di calcio ha riportato livelli di stress elevati legati a questo lavoro, dovuti alle critiche mediatiche, agli alti e bassi della carriera e alle decisioni societarie spesso imprevedibili.
Oltre che con lo stress mentale, i tecnici devono fare i conti con l’incertezza professionale. Basterebbe pensare ai numerosi cambi in corsa sulle panchine delle maggiori squadre. Nel solo campionato di Serie A tra il 2022 e il 2023, sono stati effettuati 14 cambi di allenatore. Pertanto, il mestiere, nonostante le ricompense, è spesso caratterizzato da una potenziale precarietà, con contratti a breve termine e pressioni derivanti da parte dei club e dei tifosi.
Il ruolo dell’allenatore di calcio, dunque, naviga tra retribuzioni da capogiro, una pressione costante e un percorso di arrivo al vertice meno scontato di quanto si possa immaginare. Sebbene il denaro offerto sia considerevole, gli aspiranti manager devono essere pronti ad affrontare una vita d’incertezze e stress, bilanciata dalla gloria fugace delle vittorie sui campi da gioco.
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