Hai meno di 35 anni, ma preferisci la musica degli anni Settanta, Ottanta e Novanta? Il motivo, per la psicologia

Tante persone amano la musica degli anni Settanta, Ottanta e Novanta: anche quelle che hanno meno di 35 anni. Ma cosa dice la psicologia dei Millennial, o addirittura dei membri della Generazione Z, che preferiscono questo tipo di musica? Scopriamolo insieme.

In questo periodo, non è raro trovare persone di meno di 35 anni che, pur vivendo nell’epoca del digitale e degli streaming musicali, si ritrovano a preferire le sonorità dei decenni passati. Anni Settanta, Ottanta e Novanta sono epoche che continuano a esercitare un fascino incredibile anche sulle nuove generazioni, comprese quelle dei Millennial (o Generazione Y) e della Generazione Z. Ma perché giovani adulti e adolescenti si sentono attratti dalla musica di un tempo, invece di concentrarsi sulle tendenze musicali più recenti?

La psicologia fornisce alcune spiegazioni interessanti. Per capire meglio questo fenomeno, è utile analizzare il rapporto che le persone stabiliscono con la musica del passato, considerando come essa influenzi il loro benessere emotivo, la percezione del mondo e il loro senso di identità.

Musica del passato e psicologia: ecco il profilo delle persone di meno di 35 anni che preferiscono le canzoni degli anni ’70, ’80 e ’90

Un legame con il passato e la nostalgia

Uno degli aspetti psicologici più rilevanti è il fenomeno della nostalgia, che non riguarda esclusivamente le persone che hanno vissuto quegli anni. Anche chi non ha esperienza diretta di un determinato periodo storico può sentirne una connessione emotiva. La nostalgia può essere una risposta a un senso di insoddisfazione o di disorientamento legato al presente. In un mondo in continuo cambiamento, le melodie degli anni Settanta, Ottanta e Novanta offrono una sensazione di stabilità emotiva e di comfort.

35 anni
Dei vinili.

La psicologia suggerisce che la nostalgia per la musica di questi decenni è anche legata all’immagine romantica e spesso idealizzata di un periodo che appare più semplice e meno frenetico rispetto alla contemporaneità. Le canzoni che spopolavano all’epoca, come quelle di Queen, David Bowie, Nirvana, Madonna e Michael Jackson, sono cariche di memorie culturali che evocano un’immagine di spensieratezza e di libertà. Anche chi non ha vissuto quegli anni, o era ancora troppo piccolo per ‘goderseli’, tramite i film, le serie TV o i documentari, può sentire una connessione profonda con quel mondo musicale, che appare carico di energia positiva e innovazione.

La musica come strumento di identificazione

Un altro aspetto interessante riguarda il ruolo della musica come strumento di identità. La psicologia del comportamento suggerisce che i giovani, in particolare i Millennial e la Generazione Z, cerchino spesso una via di fuga dalla pressione sociale e dai modelli imposti dalla cultura popolare. La musica degli anni Settanta, Ottanta e Novanta, con i suoi stili eclettici, le sonorità uniche e i messaggi di ribellione e cambiamento, offre uno spazio per esprimere e rafforzare l’identità personale.

Questa musica può diventare una sorta di rifugio psicologico, un “territorio” in cui il giovane adulto si sente compreso. Le band rock degli anni Ottanta o i gruppi grunge degli anni Novanta, ad esempio, sono spesso associati a un messaggio di autenticità e non conformismo, che risuona profondamente con la ricerca di sé propria delle generazioni più giovani.

La ripresa dei vinili e il ritorno alle origini

Un altro aspetto che merita attenzione riguarda il ritorno alla musica in formato vinile. Negli ultimi anni, i Millennial e i Gen Z hanno mostrato un crescente interesse per i dischi in vinile, spesso legato a un desiderio di riscoprire il passato in maniera autentica e tangibile. Il vinile, con il suo suono caldo e analogico, evoca una sensazione di nostalgia sensoriale che contribuisce a rafforzare il legame con la musica di un’epoca passata.

Inoltre, i giovani che acquistano vinili spesso lo fanno non solo per un interesse verso la qualità del suono, ma anche come modo per connettersi con la storia musicale. È una forma di espressione culturale che permette di abbracciare i valori e l’estetica di un’epoca che, pur non vivendo direttamente, sentono come parte integrante della loro cultura musicale.

La ripetizione dei temi universali

Infine, la musica degli anni Settanta, Ottanta e Novanta affronta temi che restano universali e sempre attuali, come l’amore, la libertà, la ribellione e la ricerca di identità. Questi argomenti, trattati in modo diverso rispetto alla musica contemporanea, continuano a risuonare con le emozioni e le esperienze di vita dei giovani d’oggi. La capacità di identificarsi con questi temi universali fa sì che la musica di quei decenni non solo venga ascoltata, ma anche vissuta come una forma di connessione emotiva con il passato e con le proprie radici culturali.

In conclusione, la preferenza per la musica degli anni Settanta, Ottanta e Novanta tra i giovani è un fenomeno che va oltre il semplice gusto musicale. Le ragioni psicologiche che spingono i Millennial e la Generazione Z a riscoprire questi decenni sono molteplici e legate alla ricerca di comfort emotivo, identità personale e connessione con il passato. La musica di quegli anni non è solo un modo per ascoltare suoni, ma anche un mezzo per esplorare emozioni, rafforzare legami sociali e creare un senso di comunità tra generazioni diverse.

Lascia un commento